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    NO NO NO!! FACCHETTI IS DEAD!

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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 2:46 pm

    Crying or Very sad

    You, the fantastic champion, we will never forget you.

    Il calcio piange Facchetti
    Addio bandiera nerazzurra


    Si è spento a Milano per una grave malattia un simbolo dell'Inter: dalle 634 gare con 79 gol al ruolo di presidente. Leader della Grande Inter di Herrera, capitano per eccellenza dell'Italia

    MILANO, 4 settembre 2006 - “Se ne è andata l’ultima bandiera”: frase sempre evocativa, spesso retorica e soprattutto fuori moda in un calcio business e senza anima. Ma questa volta possiamo proprio dire che l’ultima bandiera ha smesso di sventolare e, purtroppo, per sempre. Piange l’Inter, piange il mondo del calcio, per l’addio di Giacinto Facchetti, spentosi a 64 anni dopo una malattia dura e terribile, quanto veloce nel strapparlo ai propri affetti. Giacinto aveva scoperto il male solo pochi mesi fa: si è spento oggi all'Istituto dei Tumori di Milano. Lascia la moglie Giovanna e quattro figli: Barbara Vera, Gianfelice e Luca (calciatore del Pergocrema in C2). Muore un mito, muore il capitano per eccellenza, ma si sa che i miti sono immortali e allora sembra di vederlo ancora lì. Sulla fascia sinistra ad interpretare per primo il ruolo di terzino fluidificante; a guardare la monetina che sanciva la vittoria italiana nell’Europeo casalingo del 1968; stampato per sempre nella formazione-mantra Sarti-Burgnich-Facchetti e via dicendo della Grande Inter di Helenio Herrera; monumento azzurro capace di accompagnare l’Italia attraverso 3 Mondiali con la folle e storica notte di Italia-Germania 4-3 a Messico ’70; e alla fine di recitare il ruolo di presidente nell’Inter di Massimo Moratti dopo aver fatto grande i nerazzurri di papà Angelo.

    GLI INIZI Giacinto era nato a Treviglio, provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942: non ha mai abbandonato le sue radici (abitava a Cassano d’Adda) perché amava vivere nel verde dove ritrovava l’equilibrio. Padre ferroviere, madre casalinga, un fratello e tre sorelle: ambiente sereno e pulito, il massimo per crescere una speranza. Il grande amore con l’Inter nasce però da uno “sgarbo”. Facchetti venne raccomandato a 16 anni da Meazza per un provino all’Inter, ma venne scartato dai soloni della società. Lui si rivolse all’Atalanta, firmò, ma un factotum della società milanese lo convinse a rimanere inattivo fino a novembre e quindi passare all’Inter. Era il 1958, l’inizio della leggenda. Lo spilungone di Treviglio strappato all’atletica, lavora sodo: mattina a scuola, panini al volo, poi di corsa alla stazione (accompagnato in bici dal papà), treno, tram, allenamenti e ritorno.

    LA GLORIA Herrera lo vede e intuisce la stoffa del campione, fino a farlo debuttare il 21 maggio 1961 in Roma-Inter 0-2. La settimana dopo ancora in campo e partita sbloccata con un gol in Inter-Napoli 3-0. Facchetti cresce, supera le critiche di San Siro per una stagione opaca e nel 1963 si laurea campione d’Italia per la prima volta. E’ l’anno della conferma perché il 27 marzo debutta con l’Italia ad Instanbul con la Turchia (0-1). Non si sfilerà più la maglia azzurra: 94 presenze, 70 da capitano e 3 gol con il trionfo dell’Europeo 1968 e il titolo di vice-campioni del mondo nel 1970. Il Mago Herrera lo trasforma nel primo terzino-bomber della storia, il primo terzino fluidificante che attacca sulla fascia, il punto di riferimento di sua maestà Beckenbauer. Nel 1964 perde lo spareggio scudetto con il Bologna, ma si rifà con la Coppa Campioni e Intercontinentale. Il bis nel 1965 in Europa, nel Mondo e anche in Italia con il secondo scudetto. Il 1966 porta ancora tricolore e la prima fascia di capitano con l’Italia: a Milano il 1° novembre nel successo sull’Urss dopo la disfatta mondiale con la Corea del Nord (il ricordo più doloroso della carriera).

    LA FAMIGLIA Le vittorie si accoppiano con lo stile, l’eleganza e la serietà. Il matrimonio con il nerazzurro è felice e nel 1967 si “affianca” a quello di vita con l’amata Giovanna, conosciuta in una balera di Rivolta d’Adda. Viaggio di nozze ad Orvieto: lui in caserma per servizio militare, lei in una pensioncina. I quattro figli coroneranno il sogno d’amore. Sul campo Giacinto gioca e vince: il quarto scudetto arriva nel 1971 e l’ultimo successo è la Coppa Italia del 1978, quando la carriera è al termine. Saluta il campo a 36 anni, il 7 maggio ’78 in Inter-Foggia 2-1 con un autogol: quasi una beffa del destino per il terzino goleador che aveva collezionato 475 partite in serie A con 59 gol (634 in totale con 75 gol), tutto con la maglia nerazzurra.

    IL PRESIDENTE Dopo una brevissima parentesi di 9 mesi da vicepresidente dell’Atalanta nel 1980 (sempre il nerazzurro…), Giacinto rientrò in orbita Inter come dirigente nel 1985 con Pellegrini. Dieci anni dopo arriva Massimo Moratti: il simbolo è sempre al suo fianco, nel novembre 2001 diventa vicepresidente, soffre per il 5 maggio e dal gennaio 2004 è la bandiera del club. Miglior persona non si poteva trovare come 19° presidente dell’Inter, miglior carriera nerazzurra non poteva capitare al “Cipe”, come lo chiamava il Mago Herrera dopo che Buffon gli aveva storpiato il cognome in “Cipelletti” nel ’60.

    L’UOMO Lascia un uomo tutto di un pezzo: venne definito “terzino e gentiluomo”. Troppo poco per un giocatore che chiuse la carriera con la Nazionale come capitano non giocatore nel 1978. Poteva ribellarsi ad un ruolo non suo: invece zero polemiche, aiutò sempre Bearzot nel Mondiale argentino e trovò la “gloria letteraria” nell’eroe di “Azzurro tenebra”, il romanzo di Giovanni Arpino, suo grande amico e padrino di Gianfelice. Il gigante che da piccolo sognava di fare il muratore, perché era felice quando dal primo piano di una casa in costruzione poteva tuffarsi su un mucchio di sabbia, chiudeva una carriera esemplare (un solo rosso per un applauso ironico all’arbitro Vannucchi nel 1975 con San Siro) tra i dolci ricordi e la consapevolezza di essere un simbolo del calcio italiano. Sempre a testa alta, in campo e fuori, amato dagli interisti e non solo. Ci mancherà, sembra retorica, ma non lo è.
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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 2:47 pm

    Inter: si è spento Giacinto Facchetti. Mazzola 'Meraviglioso compagno di squadra'

    15:20 del 04 settembre

    Giacinto Facchetti, presidente dell'Inter, e' morto oggi a 74 anni. Giocatore dell'Inter, in cui ha giocato dal 1961 al 1978, ha vestito per 94 volte la maglia della Nazionale azzurra. Facchetti era diventato presidente dell'Inter il 19 gennaio 2004.

    Sandro Mazzola commenta la morte di Giacinto Facchetti con l'Agenzia Italpress: "Quando ho appreso la notizia della morte di Giacinto ho avuto un nodo alla gola. Abbiamo passato una vita insieme, sono cose che ti lasciano male". "Era una grande figura - ricorda ancora Mazzola - sia in campo che fuori. E' stato un meraviglioso compagno di squadra, uno dei punti di riferimento dell'Inter. Sempre pronto a lottare, un grande".

    Gianni Rivera ricorda attraverso l'Agenzia Italpress Giacinto Facchetti, scomparso oggi. "Abbiamo trascorso tanti anni insieme, ci siamo visti anche dopo, quando avevamo smesso di giocare. C'era un rapporto personale molto forte".
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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 2:48 pm

    Facchetti: Simoni ‘Era un esempio’
    Lun 04 Set, 3:36 PM

    Luigi Simoni, ex tecnico dell’Inter, sulla morte di Giacinto Facchetti: ‘Era un vero esempio per tutti’. Trattiene le lacrime a stento, ma riesce a trovare parole dolci per l’amico che se ne e` andato. Cosi` Simoni vuole ricordare il presidente nerazzurro: “ Sono stato con lui un anno e mezzo giorno per giorno quando ho allenato l’Inter, li` abbiamo instaurato un rapporto d’amicizia vero. Ma ci conoscevamo gia’ dal 1965, quando siamo stati convocati in Nazionale insieme. Sono molto dispiaciuto, e` un momento difficile e mi viene in mente solo una frase banale che e` pero` appropriata: se ne vanno sempre i migliori’ .

    Poi con Datasport spende alcune considerazioni sull’uomo: “ Era davvero un esempio per tutti, volontariamente o no ci ha sempre aiutato, perche` era davvero un grandissimo personaggio sia in senso sportivo che in senso umano. Il suo carattere, il suo comportamento sempre esemplare sono difficilmente pareggiabili. E’ una perdita anche personale, era un amico” . Il ricordo piu` tenero, che ora fa anche male: “ Mi telefonava sempre dopo un mio successo. E se vincero’ ancora mi manchera’” . Infine le condoglianze: “ Sono vicino ai suoi famigliari, a Moratti e all’Inter, ma avrei bisogno anch’io di qualcuno vicino a me, perche` e` una perdita che sento profondamente”
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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 2:51 pm

    Inter: e' Morto Giacinto Facchetti
    Lun 04 Set, 3:17 PM

    (AGI/DS) - Milano, 4 set. - E' morto Giacinto Facchetti, attuale presidente dell'Inter. Aveva 64 anni, si e' spento per un male incurabile. Lo ha riferito Sky TG24. Nato a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942, Facchetti era dal gennaio 2004 alla guida della societa' di via Durini, dopo l'abbandono di Massimo Moratti. Vice-presidente dalla morte di Peppino Prisco, il quasi 64enne bergamasco era da sempre una bandiera dell'Inter, nelle cui fila ha militato come difensore dal 21 maggio del 1961 (Roma-Inter 2-0) al 1978 (18 stagioni), collezionando con la maglia nerazzurra 634 partite e 75 gol. Nel suo palmares vantava 4 scudetti, 2 Coppe Intercontinentali, due Coppe Campioni e una Coppa Italia. Sotto la sua presidenza l'Inter ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana.

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    Inter: Facchetti, una vita in nerazzurro
    Lun 04 Set, 3:12 PM

    Giacinto Facchetti e` deceduto lunedi` per un male incurabile.

    Alto, imponente. Sia in campo che fuori, come uomo. Solo la malattia e` riuscita a superarlo. Grande: questo e` stato Facchetti per tutta la sua vita. Grande fisicamente, tanto da mettere in difficolta` per la sua stazza tutti gli attaccanti che insidiavano la sua area di rigore, quella che Helenio Herrera gli aveva affidato insieme al ruolo di terzino. E dire che aveva cominciato da attaccante con la Trevigliese, la squadra della bergamasca dove era nato il 18 luglio 1942. Nell`Inter entro` nel finale della stagione 1960-1961, debuttando in serie A il 21 maggio del 1961, nella vittoria sulla Roma in trasferta per 2-0. Una vittoria dal sapore amaro per il giovane 19enne: la sua prestazione era stata opaca, ma Herrera credeva ciecamente in lui, e lo defini` subito `una colonna fondamentale`.

    Il `grande` Giacinto non poteva essere altro che un pilastro. Uno di quei giocatori che pur senza segnare fanno la differenza nelle partite e nelle competizioni incetta di trofei. La `Grande Inter` in cui militava si aggiudico` la Coppa dei Campioni nel 1964 e nel 1965, e il campionato italiano nel 1963, 1965, 1966 e 1971. Nel suo palmares anche una Coppa Intercontinentale e una Coppa Italia.

    Se in nerazzurro i successi sono stati numerosi, in azzurro non furono da meno. Dopo l`esordio, il 27 marzo 1963, i 94 match disputati (secondo solo a Dino Zoff e Paolo Maldini) lo hanno visto vincere gli Europei del 1968 e laurearsi come vicecampione ai Mondiali di Messico 1970.

    Otto anni dopo, in Argentina, il suo carisma servira` ancora la causa azzurra. Accompagna l`Italia ai Mondiali sudamericani e infonde forza e sicurezza al gruppo. Nello stesso anno, l`addio ai campi di calcio. Giacinto Facchetti, il grande terzino, dalla fascia sinistra si sposta sulle poltrone dirigenziali. Poltrone che pero` abbandona il piu` possibile per seguire la sua amata Inter da vicino: prima rappresentante all`estero della squadra meneghina, ne diviene, sotto Massimo Moratti, direttore generale. Dopo la scomparsa di Peppino Prisco ascende al ruolo di vicepresidente. Dal 2004 era stato nominato presidente da patron Moratti.

    Giacinto Facchetti e` sempre stato stimato dal mondo del calcio come uno degli uomini piu` corretti e onesti. La sua abitudine all``understatement`, la sua predilizione per i toni sommessi ma decisi, il suo rifiuto per le entrate a gamba tesa, sono stati la cifra distintiva della sua personalita`. Nulla di diverso rispetto a quello che era stato sui campi di gioco: da difensore si era meritata una sola espulsione in tutta la sua carriera.

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    E' morto Giacinto Facchetti: Inter e Nazionale in lutto
    Lun 04 Set, 3:23 PM

    Si suol dire che sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, ma, in questo caso, sembra proprio il caso di scadere nel luogo comune per la morte di un grande del calcio italiano. Giacinto Facchetti e'' deceduto stamattina a 64 anni dopo una breve e terribile malattia. Presidente dell''Inter tanto corretto quanto legato ai colori nerazzurri, nonostante l''aria sempre signorile e il tono pacato della voce non esitava a difendere con durezza e decisione la sua squadra. Proprio come quando era protagonista sul campo verde: dapprima icona perfetta del terzino sinistro fluidificante poi regale, negli ultimi anni di carriera, anche come libero a comandare la difesa
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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 2:55 pm

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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 2:59 pm

    Italy mourn Facchetti loss

    Italian football is in mourning after Inter President Giacinto Facchetti passed away at the age of 64 on Monday.

    The former defender had been suffering with illness for some time and lost his battle earlier today.

    Born in Treviglio, near Bergamo, Facchetti enjoyed a stunning career both at club and international level.

    He became a legend with the Nerazzurri after making his debut in May 1961 and spending 18 seasons with the outfit until he hung up his boots in 1978.

    A goalscoring left-back, Facchetti scored an amazing 75 goals in 634 games with the Inter shirt.

    He also won four Scudetti, two intercontinental titles, two European Cups and a Coppa Italia.

    In January 2004, he was promoted from Vice-President to President of Inter by owner Massimo Moratti.

    During Facchetti’s brief reign, the club won two Italian Cups, an Italian Super Cup and were this summer awarded the 2005-06 Scudetto
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    Post by Deano Mon Sep 04, 2006 2:59 pm

    a sad loss indeed pirlo,
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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 3:02 pm

    The Rossoneri are with our Nerazzurri brothers today, this is a terrible loss not only for the Interisti but for our country and our sport.

    He was such a fantastic player. Magic

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    Post by TM Mon Sep 04, 2006 3:04 pm

    RIP Sir.
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    Post by The Easter Bunny Mon Sep 04, 2006 3:16 pm

    oh facchetti must be forcecci or pro evo 5
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    Post by bluenine Mon Sep 04, 2006 3:30 pm

    This is tragic, we lose a true legend.

    For the uninitiated, Fachetti was to Inter what Maldini is to Milan. Same position, similar achievements, similar stature, and arguably the greatest LB in history of football.

    Today, we have lost more than a President. We have lost a symbol, a legend. And Italy lost its greatest ever captain!

    Here is a write up about the man.



    Golden Great: Giacinto Facchetti
    --------------------------------------------------------------------------------

    A symbol for both club and country, Giacinto Facchetti is revered as the Azzurri’s greatest ever leader. Giancarlo Rinaldi profiles the record-breaking defender who started his career as a centre forward

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    Il Capitano

    There was an air of nobility about Giacinto Facchetti. A tall, elegant and imposing defender in his playing days, he rarely seemed to lose his cool. Even in the history of a giant club like Inter his name will long be remembered. As well as being an outstandingly talented player, Facchetti also had the good fortune to be around at the best moment in the Nerazzurri’s story.

    Mention the 1960s now to an Inter fan and they still get all misty-eyed. Their scoring full back was a major part of those magical times. But it nearly didn’t happen for the boy from Treviglio. As a teenage talent he was on the brink of a deal with Atalanta - much closer to home. In the end the bigger club vying for his talents got its way, as usual, and a great career as a symbol for the team from the Giuseppe Meazza Stadium had begun.

    It didn’t all go smoothly to start with, but it was the legendary Helenio Herrera who spotted how vital Facchetti could be to his team. He catapulted the youngster into becoming a first team regular and from then on he barely missed a game. Herrera recalled: "I could see that this big, tall player with an eye for goal was ideal for the left full back slot."

    And so it proved to be as the Inter man became something of a role model for the modern wing-back with an outstanding scoring record. Almost 60 Serie A goals at a time when Italian football was at its most defensive is a pretty impressive return. Little wonder Herrera was happy to put his young star straight into the first team.

    Make no mistake, Facchetti was not just about attacking - along with Tarcisio Burgnich, Aristide Guarneri and Armando Picchi he formed one of the most formidable back lines ever seen in the Italian game. It was from this base that Inter - fuelled by the funds of oil giant Angelo Moratti - went on to conquer the world.

    A first Scudetto came in just his third season at the club. And 1963 was also the year he established himself as a first team regular. Inter then went on to take that success to another level with triumphs across the globe. It was the only response supporters would accept having had to watch city rivals Milan become the first Italian team to take the European Cup.

    Facchetti and his teammates responded with back-to-back European Cups and Intercontinental Cups the following two seasons. Another two League titles in 1965 and 1966 confirmed this as the golden age of Internazionale and Facchetti was a huge part of that. Indeed in one season he struck 10 League goals which was the kind of return any striker of the day would have been proud of. His consistency was of the kind that any Coach would love to build a side around.

    It was inevitable that this sort of display would push his talents into the Italy team and after a disappointing World Cup in 1966 he enjoyed success with the Azzurri too. Although 1970 was to end in heartache at the hands of Brazil, in between times the boys in blue won the European Nations Cup for the one and only time.

    "It is the fondest memory of many of my teammates and myself," admitted Facchetti years later. "For 30 years Italy had not won any title at national level. We got to the semi-final against Russia and it finished 1-1 after extra time and it took the toss of a coin to get us into the Final," he recalled. "A coin is not the best way to decide things but I think it rewarded the team who deserved to get to the Final."

    That match with Yugoslavia took a replay to decide after a draw in the first game. Eventually Italy won through thanks to goals from Riva and Anastasi. "I think that is my best memory with the national side," said Facchetti. There were still more fine moments to come - most notably a fourth League title in 1971 - but it was clear that the days of the great Inter team were ending. Yet Facchetti’s career extended to the eve of the 1978 World Cup and in the process he set a string of records.

    His 476 League games for Inter were only recently surpassed by that other great defender, Giuseppe Bergomi. And his 94 caps for his country were also a record until Dino Zoff and, more recently, Paolo Maldini came along. But it is as Italian captain that his record is still without equal. He led his country on no fewer than 70 occasions, which is a remarkable testimony to his quality and leadership ability.

    Facchetti became an important symbol for both club and country. In many ways he changed the way the world thought about defenders with the attacking strength he brought to the game. His dynamic forward runs paved the way for the pressing game of the future. His late career switch to sweeper also cleared a path for other greats like Gaetano Scirea and Franco Baresi who followed in Il Capitano’s footsteps.

    These skills were clearly something that a club like Inter were loathe to ignore when he retired from the game. He has carved out a role for himself in the new Millennium as a right hand man for new President Massimo Moratti. His coolness in a crisis has obviously come in useful in recent times.

    Nowadays Facchetti occupies an important overseas role for the club keeping an eye out for players who might make as big an impact as he did. His most recent mission was to try to secure the services of Daniel Passarella as next Inter Coach. Although the signs do not look encouraging nobody should bet against Giacinto Facchetti. He generally won most of his battles on the field of play and those combative qualities still stand him in good stead today.

    STAR RATING 9/10 Giacinto Facchetti was once the most capped outfield player in Italy’s history and the epitome of its footballing style. A tall, elegant and imposing defender, Facchetti was a key member of the great Inter side that won four Serie A titles plus the European and World Club Cups in 1964 and 1965.

    Giacinto Facchetti
    Club: Inter
    Born: Treviglio (Bergamo), 18/7/42
    Position: Defender
    Serie A debut: Roma 0-2 Inter, 21/5/61
    Club: Inter
    International debut: Turkey 0-1 Italy (Istanbul), 27/3/63
    Last International game: England 2-0 Italy (Wembley), 16/11/77
    International caps: 94
    International gls: 3

    Honours:
    4 Scudetto (1963, 65, 66, 71)
    2 European Cups (1964, 65)
    2 World Club Cup (1964, 65)
    1 Coppa Italia (1978)
    1 European Nations Cup (1968)
    World Cup runners-up (1970)
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    Hardrada


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    Post by Hardrada Mon Sep 04, 2006 4:11 pm

    wow...i am shocked by this.

    He was only 64.

    Possibly THE greatest full-back in footballing history. He was so vital in Herrera's Inter.

    A great loss for Italian football indeed.
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    Post by Pirlo Mon Sep 04, 2006 4:40 pm

    OFFICIAL STATEMENT FROM ACMILAN. COM...

    L'ultimo saluto ad un uomo leale

    Giacinto Facchetti era e resterà per sempre uno dei simboli più veri e autentici del patrimonio di una Milano calcistica irripetibile e indimenticabile. Sportivo vero, appassionato di calcio nel senso più partecipe del termine, ha fatto del comportamento e dello stile una bandiera sia in campo che fuori. Tutti gli sportivi milanesi e gli sportivi di tutta Italia erano in ansia per lui ormai da mesi. Oggi, la notizia. Tutti i tifosi del Milan, e tutte le persone che vivono e lavorano nel Milan, l’hanno accolta costernati. Per questo rivolgono vere e sentite condoglianze ai congiunti di Giacinto Facchetti e a tutti i suoi amici, i suoi collaboratori che hanno lavorato e condiviso emozioni con lui in tanti anni dedicati all’Inter.

    La notizia della sua scomparsa ha destato profonda commozione anche tra i giocatori azzurri, in ritiro a Coverciano. Dal canto suo la Federcalcio ha diffuso una nota attraverso il proprio sito ufficiale che ricorda Giacinto Facchetti come un condottiero dentro e fuori dal campo e storico capitano dell’Inter e della nazionale. La stessa nazionale italiana mercoledi’ contro la Francia, per ricordarne la figura, giocherà con il lutto al braccio: prima dell’inizio della gara ci sara’ anche un minuto di silenzio. Quest’ultima forma di commemorazione e’ stata autorizzata dall’Uefa su richiesta della Federazione italiana giuoco calcio.
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    merseyman


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    Post by merseyman Wed Sep 06, 2006 12:27 pm

    The funeral is currently in progress at the Basilica di S. Ambrogio... just 300 yards from where I work.

    In fact, I just popped by with a couple of workmates. As you might imagine, there's quite a crowd and a heavy police presence; obviously the family wanted a private affair. I preferred to pay my respects from a distance rather than attempt to get close to the church itself (seemed like poor taste to me), but I did notice several TV cameras in and around the entrance.
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    Post by Pirlo Wed Sep 06, 2006 12:58 pm

    Facchetti, tutti in fila per l'addio

    Una folla commossa e silenziosa, alla cappella di San Sigismondo di Milano, sta rendendo omaggio al presidente dell'Inter. Alle 14.45 cominceranno i funerali

    L'arrivo del feretro alla alla Cappella di San Sigismondo, presso la basilica di Sant'Ambrogio:

    NO NO NO!! FACCHETTI IS DEAD! 0J561UQA--280x190

    MILANO, 6 settembre 2006 - Un lungo applauso ha salutato l' arrivo del feretro di Giacinto Facchetti nella cappella di San Sigismondo, a fianco della Basilica di S. Ambrogio. Ad attenderlo, alle 10.45, c'erano già numerose persone, tifosi e gente comune. La camera ardente resterà aperta fino alle 14. Poi, tre quarti d'ora più tardi, cominceranno i funerali.

    Sono state stimate in 10 mila circa le persone che si sono messe in fila per rendere omaggio a Giacinto Facchetti, un serpentone di gente molto lungo, tifosi ma anche gente comune, tutti ordinati in una fila composta e silenziosa. Tra i primi ad arrivare, Cesare Maldini, capitano del Milan degli anni '60 ed ex commissario tecnico della Nazionale; quindi Michel Platini e Franco Baresi. A montare il picchetto d'onore alcuni ragazzi della Primavera nerazzurra.

    Davanti alla basilica di Sant'Ambrogio è stato posto uno striscione "Grazie Facchetti per aver onorato l'Inter e tutti noi", che ripropone le parole scritte dal patron Massimo Moratti nell'addio al capitano-presidente.

    Dalla riunione straordinaria della Lega di B, queste le parole del presidente della Juve Giovanni Cobolli Gigli: "Torneremo ai valori che Facchetti ha sempre portato avanti. Se la riunione non sarà finita, la sospenderemo per partecipare ai funerali. Il ricordo di Facchetti è troppo importante".

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